La notte illuminata
Galleria FARE, via dei Bruzzi 10 – Roma Dal 18 settembre al 2 ottobre 2004
Premessa
Nella sequenza delle immagini che propone la mostra fotgrafica si sviluppa un percorso che racconta di una perdita, e di una possibile riconquista: la bellezza del cielo stellato, ormai lontanissimo dalla nostra esperienza quotidiana; e la speranza di riavere con la visione dell’universo notturno una misura più giusta del mondo. L’itinerario si snoda attraverso la vista di notti differenti, catturate da grandi città come Roma, Berlino o Parigi, oppure da silenziosi monti che regalano panorami mozzafiato su distanze cosmiche stupefacenti. L’esperienza del cielo notturno è sempre più negata agli uomini intrappolati nei soffocanti habitat metropolitani, autentici abissi d’acciaio dove gli orizzonti si contraggono fino a quei pochi metri che a lungo andare sembrano il massimo che si possa vedere. Il percorso inizia con il sorgere della notte, che si manifesta nella luce lunare sulle pendici del K2, e pian piano prosegue verso panorami più noti: le montagne ancora risparmiate dall’inquinamento luminoso e in grado di mostrare il lento ruotare della volta celeste; e poi le città che azzerano il cielo con le luci dei loro ritmi inumani, per poi balzare verso le profondità più vertiginose che la notte può regalare, nel buio cosmico incendiato di mille soli, verso il centro della Galassia.
Conclusione
Il problema dell’inquinamento luminoso, e quindi dell’enorme spreco energetico che ne deriva, è uno dei mali più gravi che costellano la travagliata vita del mondo civile. Concetti come ecologia, tutela ambientale e sviluppo sostenibile non parlano di affanni lontani nel tempo e nello spazio; senza arrivare al catastrofismo e all’allarmismo, capaci solo di cancellare ogni possibilità di analisi razionale, bisogna però sviluppare una coscienza sociale capace di comprendere che problematiche del genere non sono “in viaggio” verso di noi, destinate ad essere accolte da chissà quali uomini futuri, ma che sono in realtà da sempre del tutto insite nelle nostre civiltà, integrate in esse come conseguenze inevitabili di un’evoluzione tecnologica spesso più veloce di quella culturale, e quindi, se non incontrollabile, sicuramente pericolosa. Arroganza e indifferenza sono atteggiamenti per natura poco visibili, e quindi facilmente trasmissibili come valori culturali accettati. L’opportunità che la notte ci offre attraverso la visione del cielo stellato, in questo senso, è un insegnamento prezioso anche se difficile da accettare: la possibilità di abbracciare con uno sguardo distanze così immense come quelle che separano le stelle ci regala l’opportunità per rimettere in equilibrio la bilancia delle proporzioni tra l’Uomo e l’ambiente in cui vive; in un’ottica di così ampio respiro, l’esperienza che se ne ricava può sembrare umiliante: il mondo diventa piccolo ed insignificante come un granello di polvere, ma è proprio in questo momento che emerge tutta la sua unicità e preziosità. L’umanità non ha mai conosciuto altra casa, qui è nata a partire da forme elementari e si è sviluppata fino alle sorprendenti complessità della biologia e delle società; di questo granello ha tentato spartizioni e conquiste in realtà arroganti e futili; in esso, però, gli uomini hanno da sempre la loro unica possibilità di esistenza, e la loro unica speranza per apprendere il senso di responsabilità nel preservare qualcosa di così tenue e raro come la vita.